Il rafano barbaforte o rafano rusticano è una pianta perenne , e appartiene alla famiglia delle crucifere, che è la stessa del cavolo, della rapa, del ravanello e delle specie di piante senape.
Viene anche chiamato comunemente il cren o appunto barbaforte . Il suo nome botanico è Armoracia rusticana. Non va confuso con il rafano bianco e il rafano nero, visto che si tratta di un tipo di pianta differente.
È un vegetale che raggiunge un’altezza massima di 1 metro circa.
I fiori della barbaforte sono piccoli e con quattro petali a testa, tra loro disposti a forma di croce. Le foglie hanno un colore verde scuro. La radice è cilindrica ad ha una polpa compatta, rivestita da una buccia rugosa.
Si tratta di una pianta che cresce spontaneamente, specialmente nei terreni umidi e poco ombreggiati. Viene anche coltivata, in modo particolare per il suo utilizzo in cucina. Di essa si mangiano le foglie giovani e la radice. La radice di rafano, cren o barbaforte è molto saporita: ha un gusto molto particolare, perché è dolce ma intenso, con note piccanti.
Il cren rappresenta un vegetale con molte proprietà benefiche per l’organismo, essendo ricco di vitamina C e di altri elementi nutritivi importanti. La coltivazione del rafano si rivela piuttosto facile seguendo alcuni accorgimenti.
Le proprietà del rafano barbaforte
La radice piccante barbaforte o cren vanta proprietà molto interessanti:
- Proprietà benefiche per pressione e circolazione: le proprietà della radice di rafano sono particolarmente degne di nota anche per quanto concerne gli effetti benefici nei confronti della pressione arteriosa, grazie alla sinigrina, sostanza che tra l’altro conferisce alla radice di rafano il suo caratteristico sapore piccante. Sono degni di menzione anche i benefici apportati alla circolazione sanguigna, grazie al potassio, che è un vasodilatatore.
- Benefiche per la pelle: può essere applicata sulla pelle quando tritata, per contrastare alopecia, herpes, dermatiti, scottature, macchie della pelle. L’uso topico va però fatto con moderazione.
- Proprietà benefiche per il fegato: i solforati presenti in grande quantità nella radice di rafano, possono aiutare il fegato a perdere tossine. Per avere effetti benefici sul fegato, è anche possibile realizzare un infuso di radice di cren, bevendone al massimo 3 tazze al giorno.
- Analgesiche: può aiutare ad alleviare dolori dovuti a strappi muscolari, reumatismi, sciatalgie e artrite. A tale scopo, si consiglia di tritarla e di macerarla nel vino oppure nella grappa, per poi applicarla sulle zone del corpo dolenti.
- Depurative: stimola la diuresi e quindi contrasta la ritenzione dei liquidi, causa principale della cellulite.
- Proprietà antibiotiche: la già citata sinigrina presente nella radice, ha anche proprietà antibiotiche e antibatteriche, e può contrastare l’influenza.
- Antiossidanti: i solforati, che sono presenti in quantità notevoli nella radice del cren possono anche contrastare l’azione dei radicali liberi, avendo proprietà antiossidanti e aiutando quindi a contrastare i segni dell’invecchiamento.
- Dimagranti: essendo un alimento piccante, la radice di rafano accelera il metabolismo e brucia i grassi, e dunque ha un effetto dimagrante.
- Digestive: se mangiata, la radice di rafano stimola i succhi gastrici, facilita la produzione della bile, e di conseguenza dà una mano significativa al processo di digestione.
- Antinfiammatorie: la radice di rafano può sfiammare e decongestionare le vie respiratorie. Ciò è possibile anche grazie alla grande presenza di vitamina C al suo interno, in grado di rafforzare le difese immunitarie. In relazione a ciò, si rivela d’aiuto contro sinusiti, bronchiti e raffreddori. Può anche sciogliere il catarro, quando tale radice viene tritata e mischiata con sale e aceto.
- Inoltre, la radice può essere una valida alleata contro la tosse se, ad esempio, viene centrifugata per ottenerne il succo, da unire con il miele e facendo riposare il tutto per 6-8 ore: bastano due cucchiaini al giorno di questo composto prima dei pasti per avere dei benefici in tal senso.
In merito ai benefici delle foglie del rafano, vale la pena evidenziare che hanno un’azione vermifuga, ovvero rimuovono i vermi intestinali. Se tritate in modo fino e mescolate al cibo dei cani, possono essere d’aiuto anche su questi animali.
Uso del rafano in cucina
Esistono tantissime ricette con il rafano , che richiedono principalmente la radice di rafano. Infatti, la sua radice piccante è ideale da utilizzare per molteplici usi in cucina. Ma anche le foglie verdi più giovani possono essere consumate a tavola, per esempio all’interno delle insalate miste o dentro zuppe e minestre.
La radice di rafano, quando è intera non ha un aroma particolare. È quando viene tagliata, tritata oppure grattugiata che sprigiona un odore forte e piccante, dovuto a delle esalazioni che possono essere irritanti per occhi e mucose nasali: sono simili a quelle che si ottengono tagliando le cipolle.
Tale radice si può mangiare fresca, tagliata a fette, tritata o grattugiata per insaporire piatti di pasta, carne, verdure cotte, legumi, insalate. Per conservala a lungo, può essere messa sott’aceto, così da renderla ancora buona per un massimo di 6 mesi circa. In alternativa, può essere conservata nel congelatore.
Oppure, la radice di rafano può anche essere consumata essiccata. Per essiccarla, è sufficiente tagliarla a fettine con uno spessore di circa 1 centimetro e lasciarla al sole per un giorno. In questo modo potrà essere mangiata come snack piccante, oppure per accompagnare altri piatti, rendendoli ancor più saporiti.
Con la radice di cren grattugiata, è possibile anche realizzare diversi tipi di salse. Per esempio, quella che la vede mischiata allo yogurt greco, oppure la salsa di rafano detta anche salsa cren .
La ricetta della salsa cren nasce nell’Europa orientale, ma viene utilizzata anche in alcune regioni italiane, come il Friuli, il Veneto e il Piemonte. Di norma si prepara con l’impiego di altri pochi ingredienti oltre al rafano (pane, aceto, olio, sale, zucchero) anche se esistono diverse varianti regionali della sua ricetta base.
Nel sud Italia il rafano è usato in cucina soprattutto in Basilicata. Un piatto tipico di Matera è la rafanata, una frittata in cui la radice grattugiata viene unita a uova, pecorino, pepe e prezzemolo. Nel capoluogo Potenza, il rafano viene ad esempio utilizzato per grattugiarlo sul ragù.
Controindicazioni sull’uso del rafano
Come osservato in un precedente paragrafo, la radice di rafano ha molte proprietà benefiche. Se però viene mangiata in dosi elevate, può apportare danni alle mucose gastriche.
Anche quando applicata sulla pelle per avere effetti benefici deve essere utilizzata con moderazione.
Inoltre, il consumo alimentare di questa radice è sconsigliato nel caso di:
- ulcera
- gastrite
- reflusso gastroesofageo
- irritazioni all’intestino
- problemi ai reni
- malattie alle vie urinarie
- allergie
- malattie epatiche
- gravidanza ed allattamento.
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