Il rafano, anche detto cren, rafano rusticano o barbaforte, è una pianta che può essere coltivata in molti luoghi differenti, sebbene non ami particolarmente quelli troppo caldi.
Si tratta di un vegetale perenne, quindi come per tutte le piante perenni non è necessario riseminarlo ogni anno.
Il rizoma del rafano (il suo apparato radicale) viene usato a scopo alimentare, ed ha proprietà molto interessanti: contiene molta vitamina B1 e vitamina C.
Questo ortaggio può essere considerato anche una pianta ornamentale, quindi in grado di abbellire l’orto o il giardino.
Apporta benefici nel terreno in cui viene coltivato, perché le sue radici sono nemiche naturali dei nematodi, e possono anche diminuire i batteri (hanno un’azione di tipo bio fumigante).
In questo articolo intendiamo approfondire tutti gli aspetti principali relativi all’argomento sulla coltivazione del rafano.
Terreno, clima, ed esposizione al sole
Parlando di rafano e sua coltivazione, trattandosi di un ortaggio da radice, va detto che ha bisogno di un suolo che non sia compatto, così che l’ortaggio si possa espandere sotto terra nel migliore dei modi.
Il suolo deve anche risultare ben drenante, al fine di evitare dei marciumi radicali che potrebbero avere conseguenze su una pianta sana.
Il terreno, inoltre, dà il meglio di sé per questo ortaggio quando è molto fertile. Per questo motivo, prima di coltivare il rafano, è consigliabile una profonda lavorazione con la vanga, per incorporare nel suolo del compost, dell’humus o anche del letame maturo in grande quantità.
Il rafano rusticano è un vegetale che non apprezza particolarmente il caldo e la siccità. Proprio per questa ragione, è perfetto da coltivare negli orti di montagna.
Se lo si desidera coltivare in zone calde, è consigliabile trovargli un posto che sia un po’ ombreggiato. La pianta infatti non richiede di essere esposta al sole in modo totale, anzi: si adatta molto bene alle zone di coltivazione in mezz’ombra. Questo aspetto può risultare molto vantaggioso per gli agricoltori: infatti il rafano può essere piantato proprio in quelle aree che solitamente risultano meno produttive per la gran parte degli ortaggi.
La semina del rafano
Per quanto concerne il modo di coltivare il rafano (rimanendo quindi ancorati all’argomento rafano coltivazione), dobbiamo anche tener presente che la sua semina può essere effettuata in due modi:
- Semina per talea: la semina del rafano in questo caso assomiglia a quella delle patate. Si devono interrare pezzi di rizoma (che come già detto in precedenza è il suo apparato radicale) nel terreno. E, sempre per quanto riguarda il tema cren radice, va aggiunto che tali pezzi di rizoma devono trovarsi a una profondità di una decina di centimetri. Solitamente, il rafano si pianta tra marzo e aprile: la primavera rappresenta infatti la stagione migliore per effettuare questa operazione.
- Moltiplicazione delle piante: questo procedimento prevede di estrarre una pianta dal terreno e di dividere il rizoma in più pezzi. Fatto ciò, tali pezzi vanno ripiantati. Il procedimento in questione permette di aumentare la produzione correlata alla coltivazione del rafano. Si consiglia di svolgere questa procedura in autunno o a inizio primavera.
Vale senz’altro la pena evidenziare come il rafano non possa in nessun caso essere coltivato a partire dai semi, in quanto non ne produce. I semi di rafano che si trovano in commercio infatti non riguardano il cren o rafano rusticano di cui qui si sta parlando, bensì il rafano nero tondo oppure il rafano bianco.
Lavori da fare nell’orto
Trattando l’argomento rafano coltivazione, è anche molto importante sottolineare quali siano i lavori principali da fare nell’orto per aiutare i rafani a crescere nel modo migliore. Da questo punto di vista, è bene sottolineare che la coltivazione della pianta del rafano richiede le seguenti operazioni:
- Diserbi: il rafano si difende molto bene dalle erbacce, e di conseguenza è molto semplice tenere le piante infestanti che gli crescono accanto sotto controllo. In ogni caso, il meccanismo di pacciamatura potrebbe essere d’aiuto per tenere il problema ancor più sotto controllo.
- Zappettature: una zappettatura periodica del suolo attorno al rafano coltivato può contribuire a non far diventare il terreno compatto, favorendo la crescita del rizoma del rafano nel migliore dei modi.
- Irrigazioni: allo scopo di avere un buon raccolto, è importante evitare che il suolo secchi. Pertanto, se il clima in cui viene coltivato il rafano risulta molto caldo, è importante irrigare spesso la pianta. Non sono necessarie grandi quantità di acqua, ma è comunque importante che il terreno si mantenga stabilmente umido. L’operazione di pacciamatura può aiutare anche a rendere il suolo umido più a lungo. Bisogna irrigare evitando ristagni idrici, che potrebbero far sviluppare malattie alla pianta.
- Difesa della pianta: solitamente non sono necessari trattamenti per il rafano per quanto riguarda gli attacchi dei parassiti, visto che non li teme in modo particolare. In ogni caso, potrebbe essere il caso di intervenire nel caso di attacchi provenienti, ad esempio, dalle altiche o altri esserini fastidiosi. Nel caso di foglie danneggiate, conviene rimuoverle subito, e scavare nel terreno circostante in modo accurato. Inoltre, i parassiti potrebbero nutrirsi delle erbe infestanti attorno alla pianta per poi attaccare le foglie di quest’ultima. Anche per questo motivo, le erbacce vanno tolte periodicamente.
- Rimozioni degli scapi fiorali: gli scapi fiorali sono le parti della pianta da cui nascono i fiori. Conviene rimuoverli periodicamente perché potrebbero ostacolare uno sviluppo regolare dell’apparato radicale.
Raccolta del rafano
Il miglior momento per effettuare la raccolta dei cren è il periodo autunnale, anche se possono essere raccolti durante tutto l’inverno. Durante il procedimento, è possibile lasciare ogni volta una porzione di rizoma nel terreno, così da dare continuità al processo in atto per la coltivazione del rafano ed evitare di dover rifare la semina.
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